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Grande generosità e carattere, corse dalla mattina alla sera, il ruolo di gregario interpretato sempre con dignità. Insomma, quella di ‘Lele’ Oriali, che compie 60 anni il 25 novembre, e’ stata davvero, come canta Ligabue – e come scrive oggi l’ANSA in un lungo speciale dedicato al campione – , una vita da mediano, e di uno che, per usare le parole di Rino Gattuso, ”e’ stato un precursore” e anche oggi non molla, come quando giocava. Era lui che si ‘spolmonava’ per gli altri, tamponava e interdiva fino ad arrivare in cima al mondo nella magica notte di 30 anni fa al Bernabeu, quando Oriali fece rima con Mondiali dimostrando che anche vivendo da mediano si può alzare la Coppa piu’ importante: prima di lui riuscì a Bonhof e Gallego, poi toccherà a gente come Buchwald, Mauro Silva e altri suoi eredi, primo fra tutti Rino Gattuso, che il titolo l’ha vinto nel 2006 a Berlino. Ma quelli che si sono ispirati all’uomo che ha nobilitato un ruolo sono stati molti. Compie 60 anni e ha ancora la stima di tutti, nonostante il suo addio da dirigente all’Inter non sia stato certo indolore. Il suo ex compagno di nazionale Giancarlo Antognoni ripete spesso che ”quando giocavo i miei avversari erano i mediani di una volta: prima di tutto Oriali, e poi Furino e Tardelli”. Spingeva, si dava da fare, interdiva, prendeva botte e appoggiava, ‘Lele’ non aveva i piedi buoni che piacevano tanto a Fulvio Bernadini e anche al suo successore Enzo Bearzot, ma ciò non gli ha impedito di diventare importante anche in Nazionale. Riesce a farsi notare già a 19 anni, e in breve diventa ‘Piper’, soprannome inventato per lui da Gianni Brera per la sua capacità di spostarsi per tutto il campo di gioco ”come una pallina d’acciaio”. Non era dotato di una grande tecnica, ma sopperiva con grinta e carattere. Doti fondamentali nel calcio come nella vita di tutti giorni.

Auguri Lele.
Coordinamento Campano Inter Club