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il derby deciso da un colpo di testa dell'argentino dopo 3'. Nerazzurri in 10 (doppio giallo a Nagatomo) per tutta la ripresa. Rossoneri furiosi: Montolivo segna a gioco fermo per un fallo dubbio su Handanovic e nella ripresa Robinho chiede un rigore. Resiste il fortino di Stramaccioni che resta a -4 da Juve e Napoli.

L’Inter scrive una cartolina. Il calcio è strano. Prima salvatore della patria, poi decisivo con un errore che spiana la strada all’Inter dopo poco più di due minuti. Abbiati esce a vuoto e Samuel lo punisce. Poi sale in cattedra il Milan, ma in 10 contro 11 dal 48’ per l’espulsione di Nagatomo, non sfrutta l’uomo in più, infilando solo un’occasione dopo l’altra. L’Inter incassa e vola via. Il Milan piomba a -12 dalla vetta. In crisi (profonda) suo malgrado. Un punto lo avrebbe meritato, ma ai nerazzurri va il merito di portarsi a casa la vittoria con una grande prestazione di sacrificio.

Allegri e Stramaccioni come Bobby Fisher e Boris Spassky. I due contendenti che si giocano la partita a scacchi. Sfida di moduli e combinazioni. Nel suo 4-2-3-1 il rossonero conferma otto-undicesimi di San Pietroburgo. In difesa Mexes e Yepes centrali e De Sciglio esterno sinistro. Fiducia a Bojan davanti ad Emanuelson, Boateng e il Faraone. Devono vedersela con la difesa a tre di Strama: Ranocchia e Juan laterali e in mezzo la potenza di Samuel. Guarin va in panca; meglio Gargano. E a El Shaarawy l’allenatore dell’Inter risponde con Coutinho e più avanti con l’ex Cassano e Milito. I re, le regine e i cavalli. Ci sono tutti.

Ma la partenza dell’Inter è raggelante. Al 3’ i nerazzurri sono già in vantaggio. Sulla solita palla inattiva, generata da un fallo di Bonera su Cassano, Samuel sfrutta l’uscita balorda di Abbiati e lo fulmina di testa. Al 7’, il Milan potrebbe già fare le valigie, ma Milito non sfrutta un altro errore di Abbiati, prima rimpallando su Mexes, poi alleggerendo di testa e graziando il portiere rossonero. Milan ammutolito e con le gambe molli. Ma la squadra rossonera riesce a ricompattarsi e ad imprimere ritmo e gioco alla sua prestazione. La trama è chiara: fitta rete di passaggi a caccia di spazi. Difficili da trovare. Ma il raggio d’azione si allarga. Come al 14’ quando Montolivo dalla distanza sfiora il palo alla destra di Handanovic. Il Milan fa girare bene la palla e l’Inter subisce chiaramente. Al 30’ Bonera serve a Boateng una palla che il ghanese di prima spedisce di pochissimo a lato. Al 35’ lo fa Emanuelson recuperando un pallone a Juan, ma Boa manca ancora di un nulla. Regge la difesa dell’Inter annullando le sgroppate di Emanuelson, i tocchi di classe di Bojan che da posizione defilata al 44’ costringe Handanovic a respingere con i pugni dopo i fulmini per un’interpretazione di Valeri che fischia un fallo su Handanovic prima di un gol di Montolivo. Samuel e Zanetti e Cambiasso garantiscono la copertura. Insomma, un primo tempo dominato dal Milan, gestito dal cinismo organizzato dell’Inter.

il terzo minuto è il numero del derby. L’istante in qui Valeri espelle per doppia ammonizione Nagatomo, il cui secondo giallo è generato da un fallo di mano. Strama, che ha sostituito Coutinho con Guarin, richiama l’impalpabile Cassano per Pereira, mentre Allegri toglie Bonera e De Sciglio per Abate e Robinho. La superiorità numerica obbliga l’Inter a chiudersi in difesa, ma mai senza particolari affanni, anche perché il Milan ha preso il brio della prima frazione di gioco. L’inferiorità gioca invece un brutto scherzo al 19’ quando sulla penetrazione di Bojan il pari sembra alla portata, ma Boa di controbalzo mira alto. Al 22’ l’ottimo Montolivo (uomo di sacrificio) sfodera una bordata; Handanovic respinge sui piedi di Bojan che scivola al momento del tiro. Quando i due scacchisti tolgono El Shaarawy per Pazzini e Milito per Palacio, appare evidente che non è solo il Milan a cercare il gol. Il Pazzo lo manca al 30’, arrivando in ritardo di zampata sul lancio di Robinho. Al 33’ Emanuelson mette le dita fra il gol ed Emanuelson: deviazione prodigiosa. Al 35’ lo sloveno toglie la palla dalla testa di Pazzini pronto a colpire. Al 37’, apriti cielo, Valeri non considera rigore un’entrata dura di Samuel su Robinho. Forte Alamo non crolla. L’Inter puntella, resiste e vince. In dieci contro undici. Se non è scacco matto questo…

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Stramaccioni, Mr Derby

Mr derby è naturalmente Andrea Stramaccioni. "Bene due cose questa sera: primo, l’approccio alla partita; secondo, la grinta ed il modo in cui abbiamo difeso nella ripresa. Ho visto un carattere di una squadra importante, perché era difficile per tanti motivi e soprattutto dopo che siamo rimasti in dieci uomini". Inizia così l'analisi post derby di Stramaccioni dopo la vittoria col Milan.

"La classifica lasciamola perdere, la cosa più importante è la crescita. Abbiamo concesso così poco, in dieci uomini, ad una squadra in crescita e sbilanciata come il Milan: questo per me rappresenta un grosso segnale. E' poi normale che alla fine abbiamo sofferto". Strama sull'arbitro: "Penso che l’arbitro abbia arbitrato bene. Ho perso solo la pazienza su un episodio dove ho detto “era fallo, era fallo”, ma dopo ho chiesto scusa. Perdonatemi qualche peccato di gioventù da allenatore di Serie A. Dobbiamo migliorare la continuità nel fare la partita. Questo credo sia il nostro più grande difetto. La sensazione è che in campo ci sia una squadra difficile da affrontare, che ha la mentalità e che è sempre corta e che ti può far male in ogni momento. Ci manca solo un po’ di mentalità. Ma il palcoscenico stasera più che per l’allenatore è per i giocatori". E chiude sul derby: "Ma quale Inter favorita…Adesso non esageriamo. Dico solo che l'arbitro ha arbitrato una gara difficilissima, ma esageriamo se dicessimo che il Milan è stato sfavorito. Riguardiamoci i due gialli a Nagatomo…".